Fedex e la rescissione del rapporto con Amazon
Eccoci arrivati al punto che abbiamo annunciato … PRIMA DI PARLARE DI SOLUZIONI dobbiamo avere chiari tutti i nostri problemi, gli aspetti sui quali dobbiamo migliorare, aver chiaro lo scenario competitivo all’interno del quale siamo posti e, a nostro avviso, dobbiamo partire con il fare chiarezza su una cosa:
quando parliamo di e-marketplace, quindi ad esempio di Amazon, tutti gli sforzi che dobbiamo fare devono essere compresi nel prezzo finale che andiamo a far pagare, tale così da soddisfare tutti i contraenti (industria che produce, distribuzione che supporta in logistica e venditore che vende direttamente o, come in questo caso con un Marketplace, come tramite).Dott.ssa Barbara Assaiante Tweet
Tabella dei Contenuti
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Quando ci troviamo di fronte, come in questo caso, ad Amazon che rappresenta sia il venditore, sia il partner logistico anche se il venditore vero è proprio è il negozio “X”, ma tutti conoscono e riconoscono … Amazon! … tanto che inizia anche a fare prodotti a marchio proprio o sotto la sua “egida”.
È quindi uno degli interlocutori, il più importante, quello che ha le vere chiavi di accesso al mercato, ha una posizione predominante nel rapporto e quindi può “imporre” le proprie condizioni tecniche ed economiche, per cui il venditore del singolo negozio che opera tramite questo tipo di filiera, rischia di doversi accontentare delle marginalità indotte e governate da altro.
Continuiamo a ripetere che, se il potere di acquisto dei vari negozi è di certo, in generale, differente tra loro, il prezzo di mercato, al quale tutti si devono allineare (verso il basso per via della ovvia concorrenza), è quello che deve poter determinare le marginalità di coloro che vendono e che non possono scegliere di fare altrimenti.
In questa guerra di prezzo l’erosione dei margini per chi vende è spesso la prima causa di fallimento della propria impresa!
Ne sanno qualcosa le tante belle aziende di elettronica e non solo che sono saltate, in questi ultimi anni, per non aver potuto contenere lo tsunami portato dall’avvento dei vari e-marketplace.
Chiaro è che, quando il prezzo viene allineato verso il basso ed i competitor non hanno tutti la stessa potenzialità di acquisto, le stesse condizioni commerciali (ecc. ecc.) qualcuno, per non dire tanti, va in carenza di marginalità.
Non si può agire sulla logistica e non si può rivedere il proprio rapporto con il marketplace … si può solo pensare di continuare a fare una battaglia di prezzo fino a quando le marginalità derivanti, riescono a sostenere il tutto.
Tutto questo, sul lungo periodo, genera un problema … un grande problema!
FedEx, uno dei più grandi operatori logistici al mondo e, del quale, non si può certo dire che non sia grande, competitivo e pieno di risorse, visti anche i suoi numeri (oltre 68 miliardi di dollari il fatturato, 400.000 collaboratori, 160.000 veicoli e 657 aerei, ossia la terza flotta mondiale, dopo la Delta Airlines e la American Airlines) ha deciso, nel 2019, di porre fine alla sua partnership strategica con Amazon.
Vi chiederete, perché? La risposta è semplice: perché Amazon è ormai troppo grande per qualsiasi tipo di società ed il rapporto di forza è di gran lunga sbilanciato nei suoi confronti, il che significa bassi margini per il lavoro di consegna e condizioni di lavoro troppo stringenti.
A tal proposito vi consigliamo la lettura di questo interessante articolo su Fortune Italia sul perché FedEx ha deciso di abbandonare Amazon.
Questa notizia ha visto in rete tantissimi commenti perché sembrerebbe avere come dell’incredibile … ma è quello che prima o poi succederebbe a chiunque.
Amazon diventa ingestibile per qualsivoglia società, cresce troppo in volumi e le marginalità derivanti sono decisamente stringenti per tutti.
Questo vuol dire che, anche chi pensa di fare la sua fortuna o investire il suo futuro nella vendita tramite il portale omonimo, sbaglia di grosso.
Una cosa è certa: quando si rinuncia a fatturati così importanti, non sono i ricavi il problema perché le entrate sono ingenti ma le marginalità derivate non compensano tutti gli sforzi …. torniamo ad invitarvi a leggere questo interessante post dove ci sono anche tutti i numeri snocciolati e rendono molto bene l’idea.
In questo caso il problema è doppio: ovvio che, ogni importante operatore logistico, ha come principale ambizione quella di annoverare i migliori e più grandi clienti (e quindi anche Amazon), ma se poi ti accorgi che il rapporto in % tra sforzi, volumi generati e marginalità derivanti, è a dir poco esiguo, ti conviene fare delle riflessioni; se poi, come sta succedendo, Amazon diventa pure un operatore logistico in proprio e quindi, potenzialmente domani, anche un concorrente sul mercato, le riflessioni possono e devono diventare azioni!
Questo è stato il caso di FedEx che ha mollato la presa.
Qualcuno prenderà ora il suo posto, magari anche a condizioni peggiorative, ma domandiamoci PERCHE’ un gigante come FedEx ha rinunciato ad un cliente così importante …. E non è certo per mancanza di voglia di crescita.
Tutto ciò deve insegnarci molto e farci domandare anche “chi sbaglia cosa”, allora dobbiamo fermarci e riflettere.
Non è che quello che sta accadendo con i trasporti, accadrà anche con i venditori? Quali saranno i risvolti di quelle 243.000 referenze che Amazon ha deciso di mettere sotto il proprio marchio?
Avete pensato di vendere tramite Amazon? Bene, a nostro modesto avviso guardatevene bene se non volete arrivare ad una perdita nel tempo e risorse!
Meglio qualcosa creato a propria misura, sul quale investire nel tempo ma che comunque resta tuo.
Non continuate quindi a stampare volantini solo perché avete sempre fatto così, non continuate a rinnovare degli inutili programmi di fidelizzazione dei clienti solo perché lo fanno tutti!
E’ ora di prendere l’iniziativa!
Quando evolvere ed iniziare a fare degli investimenti realmente mirati per proteggere quello che è il nostro vero patrimonio, ossia i nostri clienti?
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Qualifica i tuoi Big Data rendendoli parlanti, creando così un sistema di modelli comportamentali che ti porterà ad elaborare una politica di sconti personalizzati per tutti i tuoi clienti. Nei prossimi 3 brevi video, potrai scoprire perché affermiamo di provocare cambiamenti.
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Percorsi di lettura: tutto ciò che devi sapere
Fidelizzazione 2.0 quello che non ti dicono sulla fidelizzazione dei clienti
- CAPITOLO 01 - perché costruire un software così complesso
- CAPITOLO 02 - I comparatori e l’asta al minor prezzo che distrugge i margini
- CAPITOLO 03 - Gli indicatori per comprendere i programmi di fidelizzazione
- CAPITOLO 04 – Il mercato della fidelizzazione
- CAPITOLO 05 - Le ragioni dell’aumento degli investimenti
- CAPITOLO 06 – Gli scenari futuri dei programmi di fidelizzazione
- CAPITOLO 07 – Il ROI sui programmi di fedeltà
- CAPITOLO 08 – Gli investimenti in fidelizzazione
- CAPITOLO 09 – L’Italia ed il mondo della fidelizzazione
- CAPITOLO 10 – Quali programmi mettere in pista per il futuro
- CAPITOLO 11 – Fidelizzazione fa rima con interazione
- CAPITOLO 12 – Evoluzione digitale o tradizionale
- CAPITOLO 13 – Ecco perché non basta solo il digitale
- CAPITOLO 14 – Gli attuali programmi di fidelizzazione e cosa non funziona
- CAPITOLO 15 – Programmi di fidelizzazione a pagamento
- CAPITOLO 16 – Il programma di fidelizzazione perfetto
- CAPITOLO 17 – Le KPI dei programmi di fidelizzazione ed il loro monitoraggio
- CAPITOLO 18 – Fidelity card e volantini promozionali
- CAPITOLO 19 - Digitalizzarsi davvero o no, è come utilizzare l’automobile, o il calesse
- CAPITOLO 20 – Come difendere il business dalla competizione
- CAPITOLO 21 – L’eCommerce come soluzione
- CAPITOLO 22 – Il caso FedEx ed Amazon
- CAPITOLO 23 – Cosa vogliono le persone
- CAPITOLO 24 – La personalizzazione è ormai un must
- CAPITOLO 25 – La paura nel cedere i dati personali
- CAPITOLO 26 – Altre conferme per il nostro lavoro
- CAPITOLO 27 – Le reazioni ai programmi di fedeltà
- CAPITOLO 28 – Strategie di fidelizzazione e KPI di efficacia
- CAPITOLO 29 – Darsi degli obiettivi e rivederli con costanza
- CAPITOLO 30 – Si parte dalle 4 P del marketing
- CAPITOLO 31 – Personalizzare per evolvere
- CAPITOLO 32 – Personalizzazione e Privacy
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