Ciò che cercano i clienti è sempre davanti ai nostri occhi

Siamo arrivati ad un punto in cui abbiamo parlato a lungo di tutto ciò che sono e rappresentano i meccanismi ed i programmi di fidelizzazione, lato distributore, abbiamo detto e ripetiamo che abbiamo preso in esame uno studio di una delle più grandi aziende al mondo che operano nel mondo dei programmi di fidelizzazione, la Loyaltyone Canadese che, annualmente, redige un report dove generale, ma scendendo poi nei particolari, descrive i dati statistici che raccoglie all’interno di un campione molto considerevole e nutrito di Distributori e di consumatori finali.

Tabella dei Contenuti

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Abbiamo fatto poi delle ricerche, approfondite, lato consumatore in quanto riteniamo possano notevolmente avvalorare il nostro lavoro e quindi, in questo caso, andiamo a citarne due: una effettuata dalla Selligent, una moderna compagnia digital, l’altra dall’Università di Parma che ingloba al suo interno l’Osservatorio Fedeltà che, ormai, è diventato un punto di riferimento in Italia per tutto quanto concerne le tematiche della fidelizzazione e dei programmi di fedeltà.

Andiamo a vedere quali sono i risultati di cui possiamo parlare.

Secondo l’osservatorio globale Selligent sulle abitudini dei consumatori, il 51% degli utenti è disposto a condividere i propri dati in cambio di esperienze utente personalizzate; si potrebbe dire che il 51% rappresenta solo poco più della metà di tutti gli utenti, non la totalità, ma è già un grandissimo passo in avanti, ovvio sopratutto oggi, con tutte le tematiche legate al GDPR e la privacy.

Si intravede la volontà di tante persone che, da una parte vogliono veder tutelata al massimo la propria privacy, anche se poi magari le stesse persone su Facebook vanno a postare, di tutto e di più, proprio riguardo se stessi e la propria famiglia.

Noi andiamo comunque ai fatti e consideriamo che, se il 51% degli utenti intervistati nel campione è disposto a condividere i propri dati per avere delle esperienze personalizzate, vuol dire che siamo molto avanti; personalmente mi trovo in quel 51% che vuole essere profilato, vuole che le aziende sappiano ciò che desidero perché in questo modo posso risparmiare del tempo ricevendo annunci pubblicitari in linea con le mie aspettative e non mi fanno perdere invece del tempo.

Utenti-disposti-a-condividere

Chiaramente dobbiamo vedere bene all’interno di questo fenomeno, dobbiamo analizzarlo anche a livello di età e per questo andiamo alla tavola successiva:

Come possiamo vedere, troviamo le fasce di età da 18-24 anni, da 25 a 35 anni, da 36 a 54 anni e da 55 in su fino ad arrivare ai 75.

Come vedete, con l’aumentare dell’età generalmente, forse anche perché non c’è molto la comprensione del fenomeno, si generano quindi le paure relative alla potenziale condivisione dei dati e diminuisce la volontà alla condivisione.

Se da una parte a noi interessano tutti quei consumatori del futuro, dall’altra, dobbiamo assolutamente prendere spunto da questo studio e da tutte queste considerazioni, perché è necessario capire come dalla fascia 34-54 anni che si trova proprio al fatidico 51% (in termini di volontà di condivisione dei propri dati al fine di migliorare e personalizzare le esperienze utente) a scendere, con le altre due fasce di età che si trovano rispettivamente al 56% e 57% (relativamente alla volontà nel condividere i dati), possiamo capire come sia fondamentale cercare di intercettare quali sono i bisogni sottesi (ma dobbiamo prima comprendere che ci troviamo di fronte proprio a dei bisogni).

Ci troviamo infatti di fronte a consumatori evoluti, che hanno tutta la volontà consapevole di far trasparire i propri interessi, per vedere soddisfatti i loro bisogni, attraverso tutte quelle azioni che noi dobbiamo implementare per fornire loro delle proposte di sconto personalizzate, ognuno sulla base delle proprie caratteristiche.

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